questo è un bel libro di luca de biase, giornalista, blogger e curatore di Nòva, lo stimolante inserto settimanale dedicato all’innovazione del quotidiano di confindustria
ldb parte da un’analisi della scienza triste, l’economia, e di come si sia progressivamente disinteressata ai fini, accontentandosi di studiare i mezzi: da adam smith in poi (anche se ldb accena appena alle pagine di critica sociale di as) l’economia si è occupata soprattutto di allocazione ideale delle risorse senza preoccuparsi degli obiettivi di tale accumulazione
questo modello è andato in crisi negli ultimi decenni (v. qui ad esempio), trovando i suoi limiti una volta raggiunto il livello di sussistenza per la gran parte dell’umanità e quando la produzione ad ogni costo si è scontrata con i limiti ecologici di sfruttamento del nostro pianeta
ldb passa poi ad analizzare l’economia del dono, evidenziando quante volte il benessere, meglio la felicità, delle persone, dipende da azioni che non hanno un corrispettivo economico; ovvio esempio sono appunto molte tecniche web 2.0 (i blog e wikipedia su tutti), ma anche il volontariato e in genere quelli che vengono chiamati beni relazionali
molto interessanti le pagine dove viene descritta la crisi dei media tradizionali davanti all’innnovazione degli user generated content
il libro è da leggere per la critica tranquilla e spietata al nostro modello economico, modello che non riesce (più) a far raggiungere la felicità a molti cittadini; forse l’autore si perde un po’ proprio nella parte che descrive i modi (individuali e collettivi) per superare il modello
“Come diceva lo storico Fernand Braudel, dal punto di vista della rosa, il giardiniere potrebbe benissimo essere dotato di vita eterna.”
“La tv vuole difendere il suo enorme potere nei confronti dei media emergenti. Qual’è il terreno della battaglia competitiva? Il centro del potere della tv è la sua capacità di controllare il tempo del pubblico. Di fatto, nel sistema della tv tradizionale il tempo del pubblico deve coincidere con il tempo della gente. Il grande reality della tv si deve sovrapporre alla realtà della popolazione.”
“In uno slogan, le tre T dello sviluppo economico sono: tecnologia, talento e tolleranza.”