divertente pristina, un po’ albania un po’ jugoslavia, con le strade perennemente sfondate, i file della luce che vanno e vengono da tutte le parti, i negozi che si alternano tra le luccicanti griffe mondiali e i negozietti gestiti da vecchiette nerovestite, le macchine nuovissime (quasi tutte tedesche e un po’ tamarre) e i vecchi catorci, le ragazze vistose in minigonna e quelle in chador, le moschee e le chiese in costruzione, i cibi della civiltà contadina e i locali parigini, …
nella foto il sok (statistical office of kosovo) dove lavoro in questi giorni; da subito problemi “politici”, competenze da chiarire, incarichi un po’ fumosi che favoriscono il levantinismo gattopardesco di alcuni e la balcanica inefficienza di quasi tutti