i libri di camilla lackberg

cle dopo la serie del commissario kurt wallander, ho continuato con i polizieschi svedesi e, sempre consigliato da mia figlia, mi sono spazzolato la serie scritta dalla lackberg (7 libri) – devo dire che i punti in comune sono davvero molti: l’ambientazione è sempre in un paesino svedese dove le dinamiche di un piccolo commissariato di polizia costituiscono il microcosmo di riferimento

anche qui i delitti hanno spesso origini remote, anche qui troviamo la giusta dose di suspense, anche qui la giustizia trionfa sempre in un tripudio di socialdemocratica “politically correctness” dove si sconfiggono regolarmente tutti i cattivi, violenti, omofobi e nazisti vari

si sente certo la mano femminile, i personaggi sono meglio delineati, la presenza femminile è complementare e decisiva, le vicende familiari e di coppia centrali – si sente anche la differenza generazionale: lackberg è molto più giovane di hankell, nuove tematiche si affacciano e manca quella malinconia di chi sa di avere già vissuto buona parte della vita

un’altra serie che si può leggere nei periodi (a me ne capitano spesso) in cui la lettura è arma di distrazione, magari intervallando letture più impegnative

“Era d’accordo con tutte le obiezioni di Martin: non aveva niente di concreto su cui basarsi, ma sentiva che c’era qualcosa, qualcosa che lui doveva scovare e portare a galla.”

“Da un lato non aveva più avuto tempo di pensare a niente, dall’altro lui le aveva invaso l’esistenza con il suo buon odore, la testolina lanuginosa e le fossette nelle manine, e tutto il resto le era sembrato di nessuna importanza. Persino lei stessa non ne aveva più. Come Mårten, era diventata una specie di comparsa nel film su Vincent. Aveva adorato il suo nuovo ruolo, ma il vuoto che lui aveva lasciato era tanto più grande.”

“C’era qualcosa che aveva già visto che richiedeva la sua attenzione e non si sarebbe arreso finché non avesse scoperto cos’era.”

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