un libro sull’arte di raccontare storie e su come è utilizzata nel marketing per restaurare l’immagine delle grandi aziende colpite profondamente dall’indifferenza dei consumatori ancora più che dalla consapevolezza del movimento nologo
affascinante l’analisi del silenzio che accompagna la fabbrica taylorista e la vecchia organizzazione del lavoro, contrapposto al cicaleccio e al cinguettìo dei grandi magazzini e della rete; punto di svolta la classica indagine di orr sui tecnici xerox, dopo la quale le imprese iniziano ad usare lo storytelling per ripulirsi l’immagine con strumenti più potenti e pervasivi
il sapere della macchina da caffè, per anni bollato come perdita di tempo, dimostra la sua potenza comunicativa e incontrandosi con le applicazioni in rete e i social network genera fenomeni che anche le aziende ancora non sanno ri/conoscere
un po’ fuori tema, ma comunque interessante il capitolo sulla trasformazione della realtà in fiction attuata dai governi bush per nascondere la realtà dell’iraq e della crisi economica: se ne parla appena, ma gli stessi meccanismi di messa in scena sono utilizzati dai governi berlusconi
” … l’arte della narrazione, che fin dalle origini racconta e spiega l’esperienza dell’umanità, è divenuta grazie allo storytelling lo strumento della menzogna di Stato e del controllo delle opinioni: dietro le marche e le serie televisive, ma anche all’ombra delle campagne elettorali vincenti, da Bush a Sarkozy, e delle operazioni militari in Iraq o altrove, si nascondono i tecnici specializzati nello storytelling. L’impero si è appropriato della narrazione.”