Vieni tu, tu ultimo ravvisato,
Tu, insanabile dolore, intramato
ora nel corpo. Un tempo nello spirito,
ecco, in te, sono io ora calcinato;
il legno a lungo s’è opposto
della fiamma ad essere alleato,
che in te avvivi, ma ora
in te io brucio, ti sono a lato.
La mia dolcezza nel tuo furore
si fa furore non di qui, d’inferno.
Salii, nudo, puro, né progetti,
né futuro, sull’intrico
del rogo del dolore.
Certo di non poter comprare
scheggia di futuro per questo cuore,
che d’ogni provvista vuoto
qui si è fatto muto.
Sono ancora io, io che brucio
Ormai qui inconoscibile?
Non vi trascino ricordi.
O vita, vita. Esser-fuori.
E io in fiamme. Da Nessuno riconosciuto.
(scritta negli ultimi giorni di vita, ormai travolto dalla leucemia, cosciente del corpo che si disfa, bruciato dalla febbre, qui altre info)